NUOVI TALENTI: Nathanielle
2012

Oggi abbiamo il piacere di poter scambiare qualche parola con Flavia, in arte Nathanielle, una bravissima fumettista ed illustratrice di Bologna che non poteva certo mancare fra i nostri “Nuovi talenti”…
Ciao Nathanielle, cominciamo con le presentazioni: Chi è Nathanielle? Chi è Flavia? Dove e come si incontrano?
Flavia è il nome stampato sui puntini della linea tratteggiata nella carta d’identità, Nathanielle è il nome che ho scelto per firmare i miei lavori. Mi sono sempre piaciuti i nomi d’arte, credo sia una seconda opportunità per definirsi. Per me ne ho scelto uno che fosse composto da una parola unica, lunga, leggera e tonda; mi sorrideva l’idea che non fosse immediato da leggere – a causa della pronuncia – molti si domandano se sia un nome maschile o femminile e per me che amo mescolare i generi è ideale.
Addentriamoci un po’ più nel vivo: come sei arrivata al fumetto e all’illustrazione? Perché hai scelto questo modo di comunicare?
Vengo da una famiglia che crede molto nel valore della narrativa: da piccola (ed è successo anche da grande) mio padre leggeva ad alta voce e io disegnavo le vicende delle storie che ascoltavo. Il risultato forse è che ho imparato ad abbinato le immagini alle parole, credo che tutto sia iniziato lì.
Il fumetto l’ho scoperto solo più tardi, ma è stato amore a prima vista.
Cosa ti spinge ed ispira, e viceversa cosa vuoi dare, trasmettere all’altro con ciò che fai?
Sono una persona timida, una di quelle persone che non riescono mai a urlare o a farsi capire; spesso rielaboro le conversazioni di una giornata in privato e immagino finali differenti per gli incontri che ho avuto. Credo sia un’abitudine di tutti, analizzare quello che avremmo potuto dare o che avremmo potuto ricevere dalle parole di qualcuno e che non si è dato o avuto. Quello che mi ispira è la potenzialità della comunicazione fra le persone, tutto quello che potremmo trasmettere se riuscissimo a farlo. Le storie che leggo entrano a far parte di me e mi piace sperare che io possa fare altrettanto con i miei racconti.
Parlando propriamente del fumetto, quali temi e storie ti piace trattare e perché?
Mi piacciono le storie che parlano di persone molto umane, senza superpoteri o volti hollywoodiani, persone che attraverso un intreccio modesto (o grandioso, non si sa mai) possono arricchire la nostra morale di qualche insegnamento: che sia il senso della vita o l’ingrediente segreto della Nutella non fa molta differenza.
Il corpo e il contatto con l’altro corpo, attraverso variazioni che nascondo vari sottomondi, mi sembrano un punto importante nei tuoi lavori… Ti va di spiegarci di più?
Mi piace vedere la società come una grande rete, un insieme di percorsi umani che si intrecciano fra loro innescando grandi nodi, in senso sia positivo che negativo. Alcuni di questi nodi sono fisici, altri emotivi, ma in ogni caso servono per fare del singolo filo un’unità. Mi piace disegnare i corpi che si toccano, per rabbia o per amore, mi ricordano sempre la danza di questa grande connettività che ci accomuna tutti.
Fumetto ed illustrazione sono due mondi, almeno a mio personalissimo avviso, differenti che partono da modi diversi non solo di comunicare ma di guardare il mondo e riconcepirlo… se il fumetto ovviamente è racconto, l’illustrazione allora è aforisma. Come leghi questi due ambiti, quanto vicini o lontani sono fra di loro le tue illustrazioni e i tuoi fumetti, secondo te?
Credo che sia illustrazione che fumetto abbiano i mezzi per raccontare storie. I tempi narrativi di queste storie alla fine sono una nostra scelta, ma credo che entrambi si basino sulla sequenza: ho difficoltà ad immaginare l’illustrazione separata da una narrazione a più immagini. Ma è solo una mia personale visione. Il tema di “cosa sia un’illustrazione” è molto dibattuto, ho sentito spesso pareri molto contrastanti. Io comunque mi sento più incline al fumetto, non penso che le mie “illustrazioni” si possano definire Illustrazioni con la “i” maiuscola.
Hai qualche consiglio che vorresti dare a chi sta muovendo i primi passi nel tuo ambito?
Anche io sono ai primi passi, o al massimo ai secondi passi, ma credo che la cosa più importante sia portare a termine i propri progetti e crederci. Anche nella mia poca esperienza ho visto molti parlare, parlare e poi non avere niente da mostrare di concluso. Le idee sono una cosa straordinaria ma quello che conta di più è metterle in pratica, anche solo per se stessi.
Altra cosa è non aver paura di farsi pubblicità da soli, ogni tanto, anche a rischio di apparire presuntuosi, c’è bisogno di far sentire la propria voce in mezzo al coro (e lo dico da persona straordinariamente timida).
C’è qualche progetto, realizzato o in serbo per il futuro, di cui hai voglia di raccontarci un po’ più approfonditamente?
Attualmente sto lavorando ad una storia a fumetti per la Renbooks, dal titolo “Barba di Perle”. Sarà la mia prima storia lunga ad essere pubblicata e sono veramente entusiasta dell’occasione che ho avuto. Barba di Perle è una storia sull’identità di genere di un ragazzo che limita se stesso per non attirare gli sguardi delle persone. La vicenda racconta del suo imminente cambiamento.
Ho sempre avuto paura che il mio desiderio di raccontare una storia a tematica queer fosse una limitazione – visto il pensiero corrente del nostro paese – mentre adesso sono incredibilmente felice di avere la possibilità di mettere su carta questa storia. Ringrazio la Renbooks per l’occasione, sono straordinari.
E invece, se ne avessi la possibilità, quale potrebbe essere il progetto più ambizioso, o il più rappresentativo, che vorresti seguire in futuro?
Mi piacerebbe fare una storia corale, con molti personaggi, qualcosa di simile – per dare un’idea – ad un film di Virzì. Ma credo che non sia ancora il momento per me.
Per salutarci ti faccio quest’ultima domanda, un po’ di rito: c’è qualche illustratore emergente che segui che vuoi consigliarci di andare a vedere?
Di emergenti illustratori raccomanderei di tenere d’occhio Anna Ferrari (alias Nananera), di cui apprezzo tantissimo l’immaginario totalmente indipendente dalle mode e il tratto educatissimo e preciso. Più in generale consiglio a tutti di seguire gli sviluppi del collettivo autoprodotto Manticora, che contiene otto “sindromi” veramente interessanti.
E, a questo punto, vi lasciamo segnalandovi il blog in cui potrete seguire questa talentuosissima ragazza.
Vuoi proporci il tuo portfolio e chiedere di essere inserito anche tu? Spediscici i tuoi lavori a: info[AT]maryandtheteapot.com (sostituisci [AT] con @ — è per evitare gli spammers). Oppure unisciti al nostro gruppo Flickr e aggiungi le tue immagini.
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