Resina a Bologna: un’intervista
2012

Bologna non l’ho mai vista così. Non avrei mai ipotizzato potesse accumulare tanta gente per le sue strade… Ma è il saluto a Lucio Dalla, lo si sa.
Impiego una improbabile mezzora dalla stazione alla piazza del Nettuno, facendomi largo fra una folla che va in ogni direzione e ad ogni velocità possibile. Arrivo ammaccato e con qualche minuto di ritardo, ma vivo (cosa non del tutto scontata in questi casi). Lucio Dalla è stato un grand’uomo della musica, ma ad essere sinceri non sono qui esattamente per lui. Sono qui per incontrare Alessandra Maccari e Stefano Chichì di Resina Autoproduzione…
Alessandra e Stefano sono due ragazzi davvero simpatici, ma oltre ciò sono pure autori dotati di grande talento, e queste sono due gran cose secondo me unite assieme… e sono a Bologna perché Resina è in mostra all’Accademia di Belle Arti (fino al 16 marzo, quindi ne avete di tempo per farci un salto!), assieme ad altre due autoproduzioni di cui parleremo a breve. E così ho ben deciso di incontrarli per scambiare qualche parola con loro e conoscere un po’ meglio l’universo di Resina nonché di Presina, lo speciale che abbiamo scoperto nel corso del Bilbolbul.
[Resina in mostra all’Accademia di Belle Arti di Bologna]
Bene, sono uscito vivo dalla traversata di folla, ma magari non del tutto integro e lucido (ok, partivo svantaggiato c’è da dire, forse non avevo tutte queste ore di sonno alle spalle…), così devo sentirmi due volte con Stefano al cellulare per riuscire a localizzarli, ma alla fine tutto va in lieto fine, mi ricompongo un po’ e seguiamo tutti Alessandra (l’esperta di Bologna), così riusciamo a staccarci un po’ dalla folla e accomodarci attorno ad una birretta. Finalmente ci rilassiamo un attimo e cominciamo a chiacchierare piacevolmente…
Per cominciare vorrei cominciare dall’inizio, e chiedervi un po’ da dove nasce tutto… Come viene alla luce Resina?
A parte Stefano e Laura, abbiamo fatto tutti la Scuola del Libro di Urbino, per poi proseguire col perfezionamento dove ci hanno raggiunto anche loro due. Quindi, in realtà, in un modo o nell’altro veniamo tutti da lì.
Il progetto è nato con Resina 1/2 e 2/2, che era un unico numero spezzato in due parti per questioni di corposità, ed era in bilico fra scuola e non. A dire il vero l’idea non è partita dai professori ma da noi, e lo seguivamo fuori dagli orari scolastici, però appoggiandoci ai loro consigli e pareri.
Fondamentale in questo percorso è stato Alessando Baronciani. Abbiamo frequentato i suoi corsi, al termine dei quali e sotto la sua direzione abbiamo realizzato delle prime fanzine, ovvero Abitato, Case e Scampestre.
Dopo l’esperienza di 1/2 e 2/2 e la conclusione delle superiori, il gruppo si è ridotto e si è pensato di dedicarci a storie lunghe, a puntate, dalle quali è nato Resina #1, il primo di una serie di quattro numeri non ancora conclusa…
Da dove nasce il vostro nome? Perché proprio Resina?
Nasce da una votazione. Ciascuno ha proposto un possibile titolo e in qualche modo alla fine s’è optato per questo… In realtà il senso è venuto un po’ a posteriori, ed ha a ché vedere col fatto che la resina imprigiona gli oggetti, ferma quindi le cose… L’idea nel titolo è quindi di fermare il tempo con i disegni.
Come si decide, come si organizza, come si gestisce un’autoproduzione?
Resina nasce appunto con Resina 1/2 e Resina 2/2, però il gruppo che li ha realizzati era molto più numeroso. Eravamo in venticinque contro i nove in cui siamo ora… E’ stato un buon risultato, con cui abbiamo avuto anche una ristampa, ma un numero del genere non era gestibile. Era ancora diviso fra il fumetto vero e proprio e un ambito più illustrativo, alcune cose erano troppo slegate per stile e per forma, a partire dalla stessa impaginazione in certi casi. Ed è stato quasi impossibile gestire 25 autori nella pratica, per consegne e scadenze.
Così da questo enorme gruppo siamo usciti noi nove, ed è stata una cosa naturale. Alla fine ci conosciamo molto bene, e questo ci aiuta sia nel confronto e nel consiglio reciproco per la realizzazione delle nostre storie individuali, ma sopratutto nel lato pratico, organizzativo… Ciascuno di noi ha una specialità ed un compito, chi gestisce il blog, chi i social network, chi legge le mail, chi organizza le riunioni, chi fa marketing e segue le fiere a cui partecipare e i modi per farlo.
Resina riunisce stili molto differenti fra loro, però al contempo c’è un’idea comune che mi sembra tecnicamente molto fisica, alla base, magari mediamente poco legata all’elaborazione digitale e piuttosto al disegno a mano. Parlatemi un po’ di questo, delle tecniche dello stile dell’intenzione alla radice:
Bè, riguardo alle tecniche che usiamo, veniamo da un percorso scolastico. Durante questo percorso sperimenti, sono ovviamente gli stessi professori a spingerti a farlo. E così siamo passati tutti attraverso molte tecniche e anche stili…
Alessandra: Poi io mi sono concentrata quasi solo sulla matita e sugli acrilici, così come ciascuno di noi ha scelto una tecnica… Bè, a parte Stefano!
Stefano: Mi accusano di cambiare troppo spesso!
Comunque penso disegni troppo elaborati distraggono dalla storia. Specie nelle autoproduzioni, a volte non si capisce se il risultato voglia essere un fumetto o un’illustrazione… Perché il fumetto è comunque un linguaggio a sé stante che non si concentra solo su quella che è la bellezza dell’immagine, ma unisce vari elementi, dalla storia alla cura dei testi alle inquadrature all’impaginazione vera e propria, che non devono essere sacrificati solo per l’immagine singola. Penso che questo ci rappresenti.
Parliamo un po’ di Presina, se vi va, questo speciale, questa monografia un po’ a parte… Da dove nasce?
Presina nasce un po’ come una presa in giro. Arrivati al secondo numero ci siamo guardati indietro e abbiamo visto che i nostri lavori erano molto seriosi…
E così abbiamo deciso di confrontarci con il linguaggio ironico. Che è una cosa che abbiamo scoperto essere difficilissima. E’ difficile capire quando e come si riesce a far ridere la gente, un risultato sbagliato può essere molto più catastrofico rispetto a qualsiasi storia “seria”.
Alla base comunque l’idea è stata di trattare temi “bollenti” e vedere cosa ne poteva nascere. Inoltre c’era anche l’intenzione di prendere una pausa dalle storie a puntate per realizzarne di autoconclusive.
Come proseguirà l’avventura di Resina, anche in base a questo speciale? Ed oltre al futuro prossimo, ipotizzate Resina come qualcosa che vi legherà anche molto in là nel tempo?
Riguardo i prossimi progetti, prima di tutto c’è quello di finire i quattro numeri che ci siamo prefissati, che sono i numeri che completano le nostre storie lunghe… E questo già sarebbe tanto!
Però ci piace molto l’esperimento di Presina, e non è escluso che, oltre ai quattro numeri, ci saranno altre monografie del genere nel nostro futuro.
A lungo termine penso sarebbe bello che Resina proseguisse nel tempo, è qualcosa che ci lega e non ci sono ragioni credo perché venga a mancare nel nostro futuro…
Una curiosità, avete mai pensato di ospitare altri autori?
E’ già quasi impossibile gestire in nove le consegne e le impaginazioni! Non sappiamo, magari nel futuro è possibile, al momento la nostra idea è stata quella di ospitare delle guest star, a cominciare da Presina.
Che infatti vede la partecipazione di Tuono Pettinato. Come avete fatto a coinvolgerlo?
Bè, l’abbiamo incontrato al Cesena Comics, quando abbiamo presentato Resina #2. Lui è davvero una persona disponibile e simpatica. A volte si ha timore di approcciare le personalità importanti, si pensa siano inarrivabili, inavvicinabili, e invece spesso è un errore. Nel nostro caso è stato così.
Abbiamo altre guest star con cui siamo in parola, l’idea quindi potrebbe essere di ospitarle nei prossimi numeri speciali.
Avete un’autoproduzione esordiente e giovane da consigliarci di cominciare a seguire?
Certamente i ragazzi di Incubo alla balena. Il loro progetto è veramente molto interessante, inoltre abbiamo in comune parecchie cose nel nostro percoso.
[N.d.R.: A breve un’intervista anche con loro]
Vorrei concludere con una piccola curiosità: avete mai pensato al colore?
Per un’autoproduzione il colore è sempre un problema, a causa del dispendio economico della stampa, ovviamente. Anche perché cerchiamo di curare molto le nostre edizioni, a partire dalla carta di copertina fino alla rilegatura stessa e alla carta dell’interno. Non ci piace l’idea di sacrificare la rivista con una pinzatura o con carta scadente, per noi è molto importante.
Però stiamo anche cercando qualche soluzione per il futuro. Avevamo per esempio pensato di inserire qualche pagina a colori al termine della rivista, oppure stampare su carta colorata e giocare un po’ su questo aspetto. Vedremo in futuro cosa riusciremo a fare!
Anzitutto vi invitiamo caldamente a seguirli sul loro blog, e naturalmente a comperare i loro tre volumi (Resina #1, Resina #2 e Presina). Fatto questo vi segnaliamo i nomi dei nove autori di seguito:
Stefano Chichì
Valeria Prosperi
Davide Borgogelli
Elisa Baldassarri
Laura Fuzzi
Rojna Bagheri
Elisa Mossa
Simone Quercini
Alessandra Maccari
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