Piccoli universi a portata di sguardo
2012

Un primo pomeriggio di calma dopo il fiatone del Bilbolbul, un giro di boa che mi ha tenuto occupato in questi giorni e non poco… E per una volta prendo una pausa dalle interviste varie e parlo anche di me, dei miei lavori intendo. Insomma, nella presentazione di questo blog c’è scritto che parla un poco anche di Mary and the teapot, magari una volta ogni tanto qualcosa potrei anche provare a buttar giù, con il vostro permesso…
“Piccoli universi a portata di sguardo” è una serie di illustrazioni in divenire che forse non finirà… Li immagino come piccoli teatrini per i miei personaggi, piccoli spazi in cui li lascio fare ciò che meglio credono e poi vedo cosa succede…
I miei personaggi, o almeno i miei preferiti, sono sempre un po’ sventurati, un po’ annoiati, un po’ dolci, un po’ stralunati, un po’ ingenui. Attorno a loro un mondo magico ma ironico, di cui sembrano capir poco l’ironia e forse anche la magia, ma a cui si ritrovano involontariamente intonati, non si sono ancora accorti del tutto di trovarsi nel punto giusto, in comunella con altri come loro, e di creare assieme un piccolo quadro agrodolce.
Nel momento in cui stanno lì quasi tutti sono, non so, un po’ perplessi, diffidenti, magari alcuni, colti così alla sprovvista, perdono concentrazione in quello che stavano facendo solo un momento prima, alcuni persino mi guardano come volessero farmi capire qualcosa, che difficilmente io capisco.
Altri invece, come è giusto che sia, non si accorgono proprio di nulla, mentre altri ancora si mettono proprio in posa, ma forse, proprio per questo, sembrano alla fine i più impacciati, come spesso capita…
Non sempre erano già lì, ed io mi son fermato per ritrarli. Spesso anzi li ho messi lì proprio io, sapendo anche che alcuni eran forse fuori posto, ma volevo vedere un po’ che succedeva. Quindi non è tanto che mi interessi come sono finiti lì e che facevan prima, quanto piuttosto che succederà poi, che si scatenerà. Perché a volte mi vien da pensare, dopo il ritratto è sicuro che si scatenerà un putiferio, o un carosello, o una chiassosa festa, qualcosa di grosso insomma. Come quando il maestro lascia la classe e tutti i bambini scoppiano di energia per quella improvvisa libertà. Perché a me i bambini piacciono molto, sono più complessi di me perché lo sono in modo migliore.
Ma altre volte è invece qualcosa di molto più tranquillo, forse apparentemente neppure importante. Magari uno di loro si sposterà appena verso un altro, prima lo guardava con la coda dell’occhio cercando di non farsi notare poi si farà un po’ più di coraggio e azzarderà una parola.
Oppure arriverà qualcuno, che tutti più o meno stanno aspettando anche se non sanno di aspettarlo tutti.
Magari gli hanno tutti preparato qualcosa di speciale. Perché a me piace molto l’idea di apparecchiare, è fare belle le cose per qualcuno.
Mi piace anche la stramberia sconclusionata ed eterogenea del circo, e così forse li ho ritratti prima di montare il tendone, appena arrivati nella nuova città e ancora spaesati. E mi piace il teatro, quindi forse stanno solo ripassando a mente una scena collettiva che non vedrò mai…
Tutto però avviene nello spazio prima che le cose accadano completamente, di questo sono abbastanza sicuro.
Questi personaggi che mi stanno attorno, che a volte mi distraggono quando parlo con voi o faccio cose apparentemente molto più importanti che dargli retta, io ho preso a chiamarli strangers, e di seguito ve ne incolonno e metto in riga qualcuno:
Oltre alle illustrazioni, mi sa che prenderanno posto in qualche oggetto, ma per il momento nessuna anticipazione…
Comunque, per vedere qualcosa in più, potreste dare un’occhiata anche qui.
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